Progetti studenteschi

Nelle giornate del 13 maggio e del 16 maggio 2025 un gruppo di studentesse e di studenti del nostro Istituto ha partecipato alle partite di pallavolo e calcio all’interno della Casa Circondariale “Rocco D’Amato” di Bologna. Questa attività si inserisce nel progetto multidisciplinare Carcere e sport, riscatto e inclusione proposto, per questo anno scolastico, dalle professoresse Milvia Busi, Francesca Roveri e Marta Vecchi con l’obiettivo di veicolare messaggi importanti quali quello dell'inclusione e della solidarietà attraverso il potente mezzo dello sport.
“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono, lo sport può creare speranza dove prima c’era solo disperazione. È più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione” (Nelson Mandela).
Le studentesse e gli studenti maggiorenni che volontariamente hanno aderito a questa iniziativa hanno costituito due squadre (una di pallavolo e una di calcio) con alunni e alunne provenienti da quasi tutte le classi quinte (e quarte) della nostra scuola e si sono ritrovati a giocare insieme a detenuti e detenute del carcere della Dozza, E' stata un’esperienza davvero molto toccante!
Questo evento era già stato preceduto e preparato da un incontro a scuola nel mese di ottobre con i referenti della Uisp che si occupano dello sport in carcere, sia per quanto riguarda il Pratello (carcere minorile) sia la Dozza (carcere adulti); naturalmente, i nostri atleti e le nostre atlete del gruppo sportivo pomeridiano si sono allenati per tutto l’anno anche per questa iniziativa, che si è svolta nel migliore dei modi, sia dal punto di vista atletico, ma soprattutto è stata arricchente dal punto di vista umano.
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"Una delle azioni più importanti e significative che possiamo compiere verso il prossimo è donargli il nostro tempo", esordisce così l’operatore del 118 e pluriatleta Omar Bortolacelli, presente per il quarto anno presso il nostro Istituto per il ‘Progetto Omar’ nei giorni 28 e 29 aprile 2025. I suoi interventi, diretti e chiari, sono rivolti alle classi quarte e quinte per ragionare insieme e sensibilizzare studentesse e studenti sulla sicurezza stradale e sull’importanza di una giusta prevenzione. Omar da anni ha deciso di regalare il suo tempo alle scuole per questa causa: nel dialogo con gli studenti e studentesse , Omar racconta dell’incidente e del perché è seduto su una carrozzina, lasciando tutti incuriositi e attenti alle sue parole, che incoraggiano a rispettare la propria vita e quella degli altri quando ci si trova sulla strada, a piedi o su un mezzo.
Grazie, Omar, per il tuo messaggio, sempre positivo!
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La squadra del nostro istituto che si è aggiudicata il premio per il miglior progetto nazionale nella finale nazionale di “CanSat” organizzata da Infini.to - Planetario di Torino, in collaborazione con ESERO Italia e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Gli studenti del settore tecnologico vincitori sono: Fabbri Giovanni, Vallefuoco Giuseppe, Minelli Riccardo, Manfredini Valeria, Pratizzoli Nicolò e Amrins Rayan. Hanno partecipato alla sfida con un prototipo interamente realizzato nei laboratori dell’Istituto in grado di rilevare diversi parametri fisici, fra i quali le radiazioni di radiazioni ionizzanti, prodotte per esempio dall’interazione di un meteoroide con l’atmosfera. Durante la competizione il Team ha raccolto i dati trasmessi dal minisatellite e rendicontato i risultati ottenuti. Complimenti ai vincitori e a tutta la squadra che ha collaborato alla realizzazione del progetto: Damiano Goretti, Stefano Ramponi, Sara Picciuto, Paolo Ronchetti. Un ringraziamento da parte dei ragazzi e delle ragazze ai docenti che hanno seguito, passo dopo passo, la squadra con utili consigli, ai compagni che hanno supportato il gruppo anche nei momenti più delicati, al personale Ata.
Complimenti da parte di tutta la comunità scolastica agli studenti e studentesse, ai docenti coinvolti nel progetto.
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Un gruppo di studenti del nostro istituto partecipa dal 9 all’11 maggio alla finale nazionale del progetto “CanSat” organizzata da Infini.to - Planetario di Torino, in collaborazione con ESERO Italia e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Ad accompagnarli i docenti Lara Boselli Lara e Marcello Melloni. Il progetto prevede una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), con il sostegno di numerose e qualificate organizzazioni nazionali attive nel campo dell’educazione e del settore spaziale.
CanSat è un’iniziativa che sfida gli studenti e studentesse a realizzare un minisatellite delle dimensioni di una lattina. L’obiettivo è quello di adattare tutti i principali sottosistemi presenti in un satellite, come alimentazione, sensori e un sistema di comunicazione, nel volume e nella forma di una lattina di bibite. Gli studenti avranno, inoltre, l’opportunità di lanciare i loro CanSat fino a 1 km di altitudine ed effettueranno un esperimento scientifico e/o una dimostrazione tecnologica analizzando i dati raccolti.
Il progetto mira a stimolare l’interesse per le discipline STEM e sviluppare competenze come il lavoro di squadra e la gestione di progetti ingegneristici. Nel nostro istituto è stato realizzato grazie al contributo di diversi docenti e studenti che hanno messo in campo le proprie competenze.
Gli studenti del settore tecnologico coinvolti sono: Fabbri Giovanni, Vallefuoco Giuseppe, Minelli Riccardo, Manferdini Valeria, Pratizzoli Nicolò e Amrins Rayan. Partecipano alla sfida con un prototipo interamente realizzato nei laboratori dell’Istituto in grado di rilevare diversi parametri fisici fra i quali le radiazioni di radiazioni ionizzanti, prodotte per esempio dall’interazione di un meteoroide con l’atmosfera. Durante la competizione il Team dovrà raccogliere i dati trasmessi dal minisatellite e successivamente dovrà rendicontare i risultati ottenuti.
Una giuria valuterà i lavori ricevuti: i progetti selezionati parteciperanno all’evento di lancio dei satelliti finalisti a livello nazionale, che si terrà nella primavera del 2025 in Emilia-Romagna. Il progetto vincitore dell’evento nazionale parteciperà all’evento internazionale organizzato presso la sede di ESA-ESTEC in Olanda il 17 e 18 giugno 2025, assieme ad altre rappresentanze scolastiche europee.
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Oltre 300 studenti e studentesse di 13 classi quinte hanno partecipato al progetto “Esercizi di memoria”. Un’occasione unica per capire che cosa sia successo in Italia negli anni della strategia della tensione grazie ai racconti e le testimonianze dei familiari delle vittime, dei sopravvissuti alle numerose stragi terroristiche dell’epoca. Prima di andare sul campo, gli studenti hanno partecipato alla lezione tenuta dalla docente Cinzia Venturoli dell’Università di Bologna che si occupa in particolar modo del rapporto fra storia e memoria e da molti anni studia i temi legati alle stragi che colpirono l'Italia e Bologna in modo particolare negli anni '70 e '80.
Una serie di eventi collocati nella cosiddetta Strategia della Tensione: un susseguirsi di stragi e attentati terroristici realizzati con la finalità “di rimettere l’Italia nei binari della “normalità” dopo le vicende del ’68 ed il cosiddetto autunno caldo. Si può presumere che Paesi associati a vario titolo alla nostra politica e quindi interessati a un certo indirizzo vi fossero in qualche modo impegnati attraverso i loro servizi d’informazioni. Su significative presenze della Grecia e della Spagna fascista non può esservi dubbio e lo stesso servizio italiano per avvenimenti venuti poi largamente in luce e per altri precedenti” (fonte “Comm stragi, II, 384-391; Numerazione tematica 2).
Le classi hanno poi intrapreso un viaggio della memoria nei luoghi delle stragi, accompagnate dai familiari delle vittime. Si è partiti dalla stazione di Bologna e, ripercorrendo le pietre di inciampo con i nomi delle 85 vittime, si è arrivati al Palazzo Comunale per incontrare alcuni sopravvissuti alla strage, familiari, volontari e soccorritori che, in quel lontano 2 agosto del 1980, si adoperarono per aiutare i feriti e recuperare i corpi delle vittime.
Ultima tappa il Museo della Memoria di Ustica per ripercorrere, passo dopo passo, le vicende storiche e geopolitiche che portarono, in un primo momento, all’insabbiamento dei fatti realmente accaduti.
L’installazione permanente di Christian Boltanski al Museo per la Memoria di Ustica di Bologna circonda i resti del DC9 abbattuto il 27 giugno 1980 mentre si dirigeva verso l’aeroporto di Palermo. Il relitto dell’aereo passeggeri viene mostrato nella cornice suggestiva ed evocativa che l’artista francese ha appositamente creato per la città.
Le 81 vittime della strage sono ricordate attraverso altrettante luci che dal soffitto del Museo si accendono e si spengono al ritmo di un respiro. Intorno al velivolo ricostruito 81 specchi neri riflettono l’immagine di chi percorre il ballatoio, mentre dietro ad ognuno di essi 81 altoparlanti emettono frasi sussurrate, pensieri comuni e universali, a sottolineare la casualità e l’ineluttabilità della tragedia.
Una giornata speciale, molto partecipata: gli studenti e le studentesse hanno dimostrato maturità e interesse verso un periodo storico complesso e difficile da ricostruire a fronte dei diversi depistaggi e vicende giudiziarie durate oltre 40 anni che hanno portato a numerose sentenze. L’ultima, in ordine di tempo, emanata il 15 gennaio 2025 dalla Corte di Cassazione che ha confermato i verdetti di primo e secondo grado, condannando Gilberto Cavallini all'ergastolo, per la Strage di Bologna del 2 agosto 1980.
La Corte d'Assise d'Appello ha confermato la sua responsabilità nella strage, qualificando il reato come "strage politica" anziché "comune", in linea con la tesi dell'accusa che vedeva Cavallini come parte di un gruppo eversivo di destra.
Grazie all’Associazione dei Familiari delle Vittime della Strage di Bologna del 2 agosto 1980, alla docente Francesca Roveri curatrice del progetto per l’istituto, ai docenti che hanno aderito all’evento.
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